RECENSIONE 'LA GRANDE SETE' DI ERICA CASSANO - GARZANTI

18:00

 

La grande sete * Erica Cassano * Garzanti * pagg. 384



Anna ha sete. Tutta la città ha sete, da settimane. C’è chi li chiamerà i giorni della Grande Sete, e chi le ricorderà come le Quattro Giornate di Napoli. È il 1943 e l’acqua manca ovunque, tranne che nella casa in cui Anna vive con la sua famiglia. Mentre davanti alla Casa del Miracolo si snoda una fila di donne che chiede quanto basta per dissetarsi, lei si domanda come mai la sua sete le paia così insaziabile. Perché quella che Anna sente è diversa: è una sete di vita e di un futuro di riscatto. A vent’anni vorrebbe seguire le lezioni alla facoltà di Lettere, leggere, vivere in un mondo senza macerie, senza l’agguato continuo delle sirene antiaeree. Ma non c’è tempo per i sogni. Il padre è scomparso, la madre si è chiusa in sé stessa, la sorella e il nipote si sono ammalati. Il loro futuro dipende da lei. Così, quando ne ha l’opportunità, Anna accetta un impiego come segretaria presso la base americana di Bagnoli. Entra in un mondo che non conosce, incontra persone che provengono da una terra lontana, piena di promesse, che incanta e atterrisce allo stesso tempo, come tutte le promesse. La cosa più semplice sarebbe scappare, lasciarsi alle spalle gli anni dolorosi della guerra. Ma Anna non vuole che qualcun altro la salvi. Come Napoli si è liberata da sola, anche Anna deve trovare da sola la sua via di salvezza. La grande sete non è facile da soddisfare. Viene da dentro e parla di indipendenza e di amore per il sapere e, soprattutto, parla del coraggio necessario per farsi sentire in un mondo che non sa ascoltare.



La grande sete è un romanzo storico ambientato nel 1943 a Napoli. I tedeschi occupano ancora l'Italia e la popolazione è ormai sfinita.
Anna vive con la sua famiglia, vittima del confino perché il padre aveva alzato un po' troppo la voce contro il regime, nella sua Genova.
A tutti i problemi si aggiunge quello della sete. I tedeschi hanno fatto saltare l'acquedotto e l'acqua non scorre più nelle tubature delle case, tranne che in quella di Anna. Un miracolo? Non si sa quale sia il motivo. Di sicuro è un bene che la famiglia condividerà solo dopo la scomparsa del padre di Anna, sperando che ciò lo possa far ritornare a casa, quasi come premio per il dono fatto agli Assetati.
Anna è quella che più di tutte soffre l'assenza del padre. Figura forte, decisiva per le sorti della famiglia; era la fonte a cui Anna si dissetava. L'assenza rimane e la vita va avanti. Gli alleati arrivano in città e quel libro di grammatica inglese che il padre aveva raccomandato di studiare, si rivela utile per consentire ad Anna di avvicinarsi agli americani, scambiare qualche parola e, alla fine, avere un posto di lavoro presso la loro base a Bagnoli.


Il romanzo si ispira alla storia della nonna dell'autrice per spolverare un periodo storico difficile.
Un romanzo in cui Anna fa da narratrice per parlarci dell'umiliazione, della difficile rinascita, dell'attaccamento alle proprie radici e ai propri principi. Lei è una ragazza generosa e non solo dal punto di vista materiale; si prodiga e si preoccupa degli altri e si rammarica quando vuole intraprendere strade di facili riscatti che bruciano sogni e ideali in cui, fino a pochi giorni prima ci si rispecchiava fortemente. Se Anna contribuisce a far diminuire la sete degli Assetati, la sua sete non si placa con una bevuta d'acqua.

Mi sentivo provata di qualcosa di irrinunciabile. Come gli Assetati manca l'acqua, a me mancava quella che dissetava la testa

E a quel desiderio di bere, si accompagna la speranza.

Tutti avevano avuto sete, ma io ne avevo ancora. avevo sempre potuto bere, ma io, allora, volevo vivere.

La voglia di vivere sembra rendere Anna l'unica viva in un paese di anime uccise dal regime.

La grande sete è il romanzo d'esordio della Cassano e direi che è stato un esordio con botto. 
Nel parlarci della Napoli degli anni '40, ci ha parlato di amore, amicizia, dolore, sacrifici, sogni e speranze. Tutto con molta naturalezza, scorrevolezza, con una penna delicata, ma potente. 
Ci ha raccontato il tumulto dell'animo gentile e all'inizio ingenuo di Anna con una prosa che mi ha coinvolto emotivamente.






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