RECENSIONE 'LE VENTISETTE SVEGLIE DI ATENA FERRARIS' DI ALICE BASSO - GARZANTI

14:00

 

Le ventisette sveglie di Atena Ferraris * Alice Basso * Garzanti * pagg. 368



Mi chiamo Atena Ferraris e mi sa che non sono come gli altri, inutile girarci intorno. Mia madre mi ha sempre detto che siamo tutti diversi, e quindi è come se fossimo tutti uguali. Sarà… non ne sono convinta, ma mi fido di lei. Sta di fatto che ho trent’anni, vesto fuori moda, odio le sorprese e ho ben ventisette sveglie ogni giorno per ricordarmi di lavorare, di mangiare, di andare a letto, di smettere di pensare. Ah, e faccio troppe domande, dicono. Perché per me è essenziale che ogni cosa abbia una spiegazione. Per questo dirigo una rivista online di enigmistica dove ogni gioco, rebus o anagramma ha una soluzione univoca: mi fa sentire al sicuro. Ora, però, è successo qualcosa che ha scombinato le carte. Tutta colpa di quella scheggia impazzita del mio fratello gemello. Febo è uno scrittore in crisi e, per ritrovare l’ispirazione, si caccia nei guai più assurdi. Per esempio, si è appena iscritto a una scuola di magia. Sembrerebbe una cosa innocua, se non fosse che, fra giochi di prestigio e illusioni, è inciampato in un mistero vero, di quelli che scottano. Mi ha supplicata di aiutarlo, dice che ha bisogno della mia capacità di vedere particolari che gli altri non notano... Che faccia tosta. E così eccomi costretta a uscire di casa, a conoscere persone nuove e a cercare di mimetizzarmi fra la gente. Impensabile. Ma forse è quello che ci vuole: forse è arrivato il momento di vedere se mia madre aveva ragione, quando diceva che essere unici non deve per forza essere strano. Il nuovo progetto di un’autrice da mezzo milione di copie vendute, opzionato dalla più importante casa di produzione cinematografica italiana prima ancora della pubblicazione.


Avevo timore di approcciarmi nuovamente alla Basso, dopo la delusione avuta con Anita Bo. Quando ho saputo però di questa nuova uscita, ho letto la trama e ho sentito che dovevo leggerla. Non so perché, ma dovevo farlo.
Non ho voluto sapere più di ciò che la trama descriveva. Non avevo seguito nessun post in merito per cui per me, tutto è stato novità.

Atena parla direttamente al lettore svelandosi subito, mettendo subito le cose in chiaro: ha delle particolarità che non vuole assolutamente nasconderci.
Innanzitutto la sua giornata è scandita dal suono di ventisette sveglie che le ricordano cosa deve fare e, per "cosa deve fare", non intendo appuntamenti fuori casa, ma le attività basilari di tutti i giorni: mangiare, lavarsi, scrivere, mettersi a lavoro per la rivista on line di enigmistica che Atena dirige. 

Penso di avere semplicemente un notevolissimo, costante, turbinoso dibattito interiore. E infatti ho bisogno di tutte queste mie sveglie, scansioni e tabelle di marcia per disciplinare e gestire il caos, come campanelle in una scuola elementare

Come mai l'enigmistica? È la sua zona di comfort: porta ad applicarsi per giungere a una sola soluzione. Con schemi, regole e ordine che danno respiro ad Atena. Per lei è fondamentale avere una routine quotidiana, che si ripete come un copione da lei scritto e che è l'unico da rispettare. Ogni avvenimento che rompe le sue abitudini o che la porta a non aver impegnato il suo tempo, è assolutamente da evitare e, quando accade, Atena risulta altamente destabilizzata.

Vuoto e caos: i due opposti che mi mettono più paura al mondo

 

Conosciamo Atena e Febo, il suo fratello gemello, colui che sa fin dove può spingersi prima che la sorella perda la testa e che, anche senza darlo a vedere, cerca sempre di proteggerla. 

La storia in cui Alice Basso cala Atena è una sorta di cozy crime dove Atena, seppur allontanata dalle sue consuetudini, riesce comunque a trovare un minimo di agio potendo applicare le tecniche e gli schemi appresi durante la lettura dei suoi amati gialli: quelli di Agatha Christie.

Una storia leggera per bilanciare, e la Basso l'ha fatto benissimo, la trattazione di un tema importantissimo, ma poco conosciuto perché poco discusso: l'autismo femminile. 
L'autrice lo fa con una delicatezza che mi ha colpito, intenerito e anche fatto arrabbiare per quanto sia grande la stupidità umana. La Basso ha costruito un personaggio per far comprendere come sia facile scambiare determinati atteggiamenti per "semplici" tratti caratteriali.

E se per evitare di cadere nella trappola dell'apposizione di etichette, si evita anche di dare le giuste terapie che aiutino a convivere con determinate dinamiche interiori. Ma poi, perché sarebbe un'etichetta? Lo è se sentiamo la necessità stupida di distinguere, differenziare e quindi elevarci a coloro che quella maledetta etichetta non ce l'hanno. 
Atena ha bisogno solo mettere in ordine nel caos mentale che, al finire del suono della sveglia, piano piano, come l'alta marea, cerca di riprendersi la spiaggia del suo animo.

Siamo tutti diversi, e quindi nessuno è diverso. Anzi: siamo tutti diversi, e quindi nessuno è strano. Non c'è niente di strano nell'essere diversi. La vera stranezza è non essere strani.
Queste parole sono pronunciate dalla mamma di Atena e vengono inserite dalla Basso come pillole di saggezza, grandi ancore a cui far aggrappare la protagonista nei momenti difficili. Sono anche dei flashback che aiutano a comprendere meglio la figura dell'enigmista.

La delusione avuta con Anita Bo è stata ampiamente compensata con la conoscenza che ho fatto di Atena. 
A te Alice, ti dico semplicemente: grazie!

Ad Atena mi sono affezionata e non vedo l'ora di leggere ancora di lei. 




You Might Also Like

0 comments