RECENSIONE 'LA MALACARNE' DI BEATRICE SALVIONI - EINAUDI

14:00

La malacarne * Beatrice Salvioni * Einaudi * pagg. 488



 


Una sedicenne corre a piedi nudi per la strada. È notte, indossa solo una sottoveste, e corre disperata per la città deserta. È delusa, piena di rabbia, perché ha scoperto di essere stata tradita, e da qualcuno che mai avrebbe creduto potesse ingannarla. Si apre come uno squarcio, questo romanzo terso e furioso. Siamo a Monza, nell’aprile del 1940. Da quattro anni Francesca non sa più nulla di Maddalena. La sua amica è stata rinchiusa in manicomio, e mai ha risposto alle lettere che lei le ha spedito. Francesca crede sia per risentimento nei suoi confronti. In fondo, è sempre toccato a Maddalena il ruolo della reietta, della Malnata. Ma adesso ha subito uno scossone anche la vita di Francesca, che è fuggita di casa ed è andata a vivere da Noè Tresoldi, destando scandalo. Sua madre la accusa di essere una degenerata, una Malacarne. Poi, finalmente, Maddalena torna. È piccola e magra, come non fosse mai cresciuta, e si finge l’adolescente coraggiosa di sempre; ma Francesca lo vede, che è diversa. Che cosa è successo in manicomio? Intanto, l’Italia entra in guerra. Tra la fame e la paura delle bombe, ogni giorno diventa più difficile. E arriva il momento di scegliere da che parte stare.


Gli occhi si spostano su Francesca, definita la Malacarne.
Qui la Malnata diventa quel fazzoletto tenuto per i lembi che accoglie Francesca.
Leggiamo, infatti, di Maddalena nelle prime e nelle ultime pagine che racchiudono quelle in cui viviamo con Francesca i giorni amari di una Storia che sembra lontana, ma che torna e torna ancora.

È proprio la prima parte che segna una continuità con il primo romanzo. Una parte incomprensibile per chi non ha avuto il piacere di leggere La Malnata. Poi, quasi all'improvviso, mi è parso di leggere un altro romanzo, sempre dipinto dalla splendida penna della Salvioni, in cui la veste di romanzo di formazione sembra cadere per assumere quella di romanzo storico. Sicuramente assistiamo all'evoluzione di Francesca nell'affrontare con coraggio tempi tragici, ma ho avvertito un po' di confusione non trovando più Maddalena. Era chiaro dal titolo che qui, la figura, oggetto di approfondimento, sarebbe stata Francesca, ma la Malnata da passare in secondo piano, è quasi scomparsa.

Tenendo conto di questo aspetto ho continuato la lettura e mi sono immersa nuovamente nelle pagine nere. Quelle che vedono Francesca assistere all'affermarsi della dittatura fascista e all'entrata in guerra dell'Italia. Francesca ripesca il coraggio e lo spirito di combattimento per le ingiustizie instillato da Maddalena negli anni addietro. Ogni tanto, come un guizzo d'acqua, ricompare il riferimento alla Malnata e ai suoi insegnamenti.

Seppure abbia apprezzato ancora la penna della Salvioni, non ho amato come questa si sia mossa nel finale. Da una parte scontato e dall'altra privo di quel coraggio, del riconoscimento delle proprie responsabilità e del senso di gratitudine che aveva caratterizzato la protagonista fino a poche pagine prime. Le ultime sue scelte poi, mi hanno veramente irritata. 




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