RECENSIONE 'LA MALNATA' DI BEATRICE SALVIONI - EINAUDI

14:00

 

La Malnata* Beatrice Salvioni * Einaudi * pagg. 248


Monza, marzo 1936: sulla riva del Lambro, due ragazzine cercano di nascondere il cadavere di un uomo che ha appuntata sulla camicia una spilla con il fascio e il tricolore. Sono sconvolte e semisvestite. È Francesca a raccontare in prima persona la storia che le ha condotte fino a lì. Dodicenne perbene di famiglia borghese, ogni giorno spia dal ponte una ragazza che gioca assieme ai maschi nel fiume, con i piedi nudi e la gonna sollevata, le gambe graffiate e sporche di fango. Sogna di diventare sua amica, nonostante tutti in città la considerino una che scaglia maledizioni, e la disprezzino chiamandola Malnata. Ma quella sua aria decisa, l’aria di una che non ha paura di niente, la affascina. Sarà il furto delle ciliegie, la sua prima bugia, a farle diventare amiche. Sullo sfondo della guerra di Abissinia, del dolore per la perdita e degli scompigli dell’adolescenza, Francesca impara con lei a denunciare la sopraffazione e l’abuso di potere, soprattutto quello maschile, nonostante la riprovazione della comunità.



Siamo nel pieno ventennio fascista. La vita di tutti è regolata da norme dittatoriali. Anche quella di Francesca e Maddalena o come la conoscono tutti, la Malnata.

Il mondo era fatto di regole che non dovevano essere violate. Era fatto di cose di grandi enormi e pericolose, di irrimediabili sbagli che ti potevano uccidere o mandare in prigione. 




Reietta da tutti perché "portava sfortuna", con una macchia rossa che le segna il viso: sembrerebbe che il diavolo l'abbia baciata; quasi un marchio per ricordare a tutti e sempre che occorre tenerla a distanza.

Francesca invece viene attratta dalla Malnata.

Francesca quel segno sul viso non lo vede.

A Francesca, che appartiene a un altro ceto sociale, le viene fatto divieto di frequentare la Malnata, ma la forza attrattiva che la ragazza le genera, supera ogni ostacolo.

Francesca vede una ragazza da cui si può imparare il coraggio di dire "no", la forza di ribellarsi per amore della verità.

Tra le due nasce un'amicizia che non ha nulla di stucchevole, ma che si nutre dei sentimenti genuini, semplici, fondati soprattutto sulla lealtà e sulla completa fiducia, ma non sarà comunque un'amicizia senza punti di rottura: il carattere della Malnata non si arrotonda facilmente nei suoi angoli più acuti.

È un romanzo di formazione. Assistiamo infatti all'evoluzione delle due protagoniste verso la maturità. Una maturità precoce rispetto all'età anagrafica, ma spinta dai venti di dittatura e di guerra che spalancano le finestre della vita di Francesca e Maddalena.




La penna della Salvioni mi ha sorpreso. Per un esordio mi sarei aspettata una scrittura più acerba e invece è stata così diretta, priva di fronzoli inutili, così da scaraventarmi letteralmente nelle strade monzesi, sulle rive del Lambro o tra le mura che cercavano gelosamente di non far scappare quel po' di aria che sapeva di libertà.

Non mi è passato per la mente un possibile paragone con la Ferrante e ciò lo specifico perché ne ho letti in diverse recensioni. Ho letto la saga de "L'amica geniale" ed è stata una lettura che ha generato dei sentimenti diversi per una storia e una scrittura differente, ma in ugual modo coinvolgente.

Se avessi letto il libro appena uscito, di certo sarei rimasta delusa da un finale completamente aperto e, per il quale, non avevo sentito possibilità di compimento con un seguito. Ora che, invece, ho acquistato il secondo volume, il termine di questa lettura segna fortemente la voglia di sapere.




 

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