RECENSIONE 'COSÌ COM'È SEMPRE STATO' DI CLAIRE LOMBARDO - BOMPIANI

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Così com'è sempre stato * Claire Lombardo * pagg. 576 * Bompiani


Julia sa da sempre che qualcosa dentro di lei non funziona come dovrebbe, o come gli altri si aspettano: le ragioni stanno in parte nell'infanzia con Anita, la madre dura e distratta che l'ha avuta giovanissima; poi sono venute le scelte dettate dall'impulso e dal dispetto, i vent'anni navigati senza una rotta, tra mille lavori casuali e legami altrettanto casuali. Infine Julia ha incontrato Mark, il solido, sereno, affidabile Mark, che l'ha amata tutta, così com'era. Ha avuto Ben, e ha cominciato subito a chiedersi cos'era quell'amore smisurato e incomprensibile, così forte da farle perdere l'equilibrio, per un essere minuscolo, e la voglia di scivolar via qualche volta è stata più forte di tutto. E poi è successo qualcosa. Qualcosa che le torna alla memoria, vivido come se fosse ieri, quando facendo la spesa per la festa dei sessant'anni di Mark incontra Helen Russo. Helen, la bella signora ricca, elegante, stravagante ma solida che anni prima l'ha accolta nella sua grande casa e le ha fatto posto nella sua vita. Julia si è come innamorata di lei, dell'isola di pace che rappresentava nella sua vita dominata dall'incertezza e dalla placida tirannia di Ben. E ha corso un rischio enorme. La Julia di oggi sembra avere tutto, proprio come Helen anni prima: una bella casa nei sobborghi, un marito che la adora, due figli – dopo Ben, che ora è un giovane uomo, è arrivata Alma, con i suoi alti e bassi da adolescente assertiva. Eppure, eppure. La memoria chiama, impone il confronto a lungo rimandato con Mark, con la madre, con i figli, ma prima di tutto con se stessa. E ancora una volta Julia correrà rischi, perché è così che si fa quando si vuole essere vivi. Dopo il brillante esordio con Mai stati così felici Claire Lombardo si conferma narratrice della famiglia e dell'anima; e racconta con una prosa precisa e illuminata una galleria di personaggi straordinari perché ordinari, colti nei loro slanci e nei difetti, nelle manie e nelle follie, nelle contraddizioni che tutti conosciamo quando ci misuriamo con “quell'enorme dramma senza fine che sono gli altri”.




Dopo essere stata letteralmente affascinata da "Mai stati così felici", non ho esitato ad acquistare la nuova uscita della Lombardo.
Il confronto con il suo precedente romanzo è naturale, ancor più che ho da poco terminato la sua lettura.
Sicuramente ciò che li accomuna è il tema centrale: la vita di una famiglia e tutti i suoi sviluppi. Qui però viene meno la coralità che mi aveva catturato nel precedente romanzo. Troviamo sì tutti i componenti della famiglia di Julia, ma proprio su quest'ultima il riflettore è stato puntato, più che su gli altri. Dopo mille lavori, l'incontro con Mark e la nascita della prima figlia, Julia si dedica completamente alla vita familiare. La sua analisi, ci porta a conoscerla come una donna che si sforza di essere perfetta, ma c'è sempre un piccolo particolare, una battuta fuori posto che mina il suo equilibrio nella gestione del focolare domestico e dei rapporti interpersonali.
In realtà ciò che non le dà stabilità emotiva proviene dal passato e anche questo elemento ci verrà fornito dalla scrittrice, piano piano, con il contagocce.

Julia non è entrata nelle mie grazie, ma a dire il vero, nessun personaggio mi ha colpito particolarmente. 
Ho ritrovato però la piacevole prosa di un'autrice che sa raccontare i moti interiori dell'animo umano.
Ho amato meno la costruzione cronologica della storia.
Forte disorientamento ho provato, soprattutto all'inizio, perché non era evidenziato il salto temporale nel passato.
Oppure, successivamente, sprazzi del vissuto trascorso, si mescolano al presente e questo è stato un particolare che mi ha irritato, ma gli ultimi capitoli hanno rimediato in maniera egregia. In quest'ultimi è tornata in modo predominante l'esplorazione dei sentimenti e, come un vortice, mi sono ritrovata nella mente di una donna che ha compreso l'importanza del vivere ogni giorno con straordinarietà, perché è quello che conta.

In questo trovo una forte affinità con l'autrice: il peso che attribuisce ai piccoli gesti, quelli quotidiani, quelli che, agli occhi estranei possono sembrare routine, e invece per chi cerca la serenità e la speranza di vivere, sono un pozzo da cui attingere acqua dissetante.

Per la prima volta nella vita provava un sentimento al quale sapeva dare un nome, amore, amore per quella minuscola, minuscola persona; e allora provò un meraviglioso sollievo perché finalmente qualcosa andava per il verso giusto

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