Recensione Arrocco siciliano di Costanza DiQuattro - Baldini + Castoldi
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Arrocco siciliano * Costanza DiQuattro * Baldini + Castoldi * pagg. 304 |
Ibla, 1912.
Il romanzo si apre con una scena che sa di fine: don Filippo Albanese, farmacista del paese è morto. Tra le vie del paese aleggia aria di rassegnazione alla sepoltura non solo di un corpo, ma di un animo che accoglieva confidenze e richieste senza mai trasformarle in pettegolezzo.
Quest'aria viene subito spazzata via da un'altra, carica di novità che, come mulinelli di vento e foglie, si insinua tra le stradine anticipando passi forestieri, pronti a smuovere polveri rimaste intatte troppo tempo.
Antonio Fusco, napoletano, anch'egli farmacista, giunge inaspettatamente a Ibla, designato da Donna Carmela, vedova di don Filippo, a gestire la farmacia e, con essa, i fruitori della bottega dello speziale.
Inizia così il gioco dell'artista Costanza DiQuattro. La scrittrice infatti, presenta uno scenario siciliano tipico dell'epoca e su di esso disegna questa storia con i suoi attori.
L'autrice lo fa con una scrittura raffinata, elegante e allo stesso tempo viva, concreta e, a questo proposito, mi permetto di dire che, è da prendere come esempio per la sua capacità di descrivere scene d'amore senza perdersi in particolari inutili che lascerebbero solo spazio alla volgarità.
Le immagini passano davanti agli occhi come una pellicola di un film.
Le emozioni sono chiare, distinte e i personaggi con i loro approfondimenti psicologici non lasciano spazio a fantasie. Ognuno ha il suo posto ben identificato.
La struttura portante della linea narrativa si basa su un enorme punto interrogativo che non dà pace a nessuno, neanche a noi lettori e ci accompagnerà fino alla fine. Un'incognita che riguarda il personaggio principale, Antonio Fusco, e che lo riveste di un particolare fascino. Coinvolgente è la sua introspezione psicologica che scaturisce da eventi che faranno riaffiorare ricordi e dinamiche che credeva di aver superato.
La linearità solo esteriore di Antonio, la placida serenità dei modi, quel sorriso sempre aperto e disponibile, facevano continuamente a pugni con il suo animo in tumulto, con la fame di futuro e la sete di rivalsa
E anche l'incontro con una figura volutamente relegata nell'oblio dagli abitanti di Ibla, sarà per Antonio il riflettersi nel suo "io", alla ricerca della felicità.
Gli attori si muovono come pedine disposte dalla mano della scrittrice. Tutto sembra portare verso una direzione lungo una partita che ci riserva anche scintille di ironia racchiuse in espressioni tipiche del dialetto siciliano.
Riuscirà Antonio ad arroccarsi nel suo lungo silenzio o lascerà indifeso il re minacciato di presa?
Costanza DiQuattro si conferma grande, giovane scrittrice con una prosa delicata, aggraziata, piacevole da leggere anche quando fa uso del vernacolo.
Il risultato è una lettura immersiva, godibilissima che, pur avendo il sapore di altri tempi, esamina aspetti psicologici ancora e sempre più attuali.
Ringrazio la Casa Editrice e l'autrice per avermi fornito la copia
2 comments
Una splendida recensione ❤️. Non conoscevo il libro ma mi attira molto, una storia così particolare sono sicura che potrebbe riservarmi delle belle sorprese❤️
RispondiEliminaSono certa. ❤️
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