RECENSIONE LIZZIE
19:10LIZZIE * Shirely Jackson * Adelphi * pagg. 318 |
La protagonista, Elizabeth Richmond, ventitré anni, i tratti insieme eleganti e anonimi di una "vera gentildonna" della provincia americana, non sembra avere altri progetti che quello di aspettare "la propria dipartita stando il meno male possibile". Sotto un'ingannevole tranquillità, infatti, si agita in lei un disagio allarmante che si traduce in ricorrenti emicranie, vertigini e strane amnesie. Un disagio a lungo senza nome, finché un medico geniale e ostinato, il dottor Wright, dopo aver sottoposto la giovane a lunghe sedute ipnotiche, rivelerà la presenza di tre personalità sovrapposte e conflittuali: oltre alla stessa Elizabeth, l'amabile e socievole Beth e il suo negativo fotografico Betsy, "maschera crudele e deforme" che vorrebbe fagocitare e distruggere, con il suo "sorriso laido e grossolano" e i suoi modi sadici, insolenti e volgari, le altre due. È solo l'inizio di un inabissamento che assomiglierà, più a che un percorso clinico coronato da un successo terapeutico, a una discesa amorale e spietata nelle battaglie angosciose di un Io diviso, apparentemente impossibile da ricomporre: tanto che il dottor Wright sentirà scosse le fondamenta non solo della sua dottrina, ma della sua stessa visione del rapporto tra l'identità e la realtà.
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Se pensate di leggere un thriller o un horror vi sbagliate.
La Jackson ci sorprende come solo lei sa fare con un romanzo grottesco, disturbante, sconvolgente per l'animo umano.
Elizabeth, affetta dal disturbo della personalità multiple, vive con la zia Morgen, dopo la morte della madre. Lavora in un museo svolgendo un'attività amministrativa che la tiene impegnata tutto il giorno. La sua vita è fatta di abitudini, di routine da non sconvolgere assolutamente.
L'equilibrio è molto delicato e inizia a vacillare quando i rinfacci della zia Morgen si fanno sempre più pressanti, così come i riferimenti a quel "benedetto patrimonio" che, a breve, non appena compiuti i 25 anni, Elizabeth erediterà.
Così, iniziano ad affacciarsi le altre personalità che erano presenti, fino a quel momento, solo nella sua mente.
La situazione diventa ingestibile per la zia costretta, suo malgrado, ad accettare il consiglio del dottor Ryan cioè, quello di rivolgersi ad uno psicoanalista esperto in tecniche che potrebbero aiutare Lizzie: il dottor Wright.
Quest'ultimo comprende subito la problematica e la necessità di trattarla con la tecnica dell'ipnosi. Dai diversi incontri emergono le personalità e ad ognuna di queste il dottore attribuisce un nome:
- Elizabeth, "la stupida, ma la più stabile";
- Beth, "dolce e sensibile";
-Betsy, "irresponsabile e smodata";
- Bets, "arrogante e grossolana" e nega la presenza delle altre personalità;
L'intervento del psicoanalista rappresenta una vera e propria missione che definisce: "Risalire l'impianto fognario fino a raggiungere il punto ostruito ed eliminare l'intoppo".
La sente così sua che avvertiremo anche il suo profondo rammarico quando tutto suo operato sembra fallire. Riuscirà a zittire, a far scappare definitivamente le personalità disturbanti e a donare la serenità , tanto desiderata, a Elizabeth?
La Jackson ci presenta il romanzo diviso in sei capitoli ognuno dei quali presenta la vicenda dal punto di vista dei diversi personaggi. In particolare, quelli riferiti al dottor Wright sono scritti in prima persona (tranne l'ultimo), con riferimenti diretti al lettore.
Se, in alcuni momenti sembra di non capirci più nulla, sembra di entrare in un labirinto da cui è difficile uscire, ecco che quasi all'improvviso, come una boccata d'aria, la scrittrice ci tranquillizza fornendoci risposte al teatro così intricato delle vicende narrate.
Questo aspetto veste di genialità, a mio avviso, la penna della Jackson perché il forte disorientamento, l'angoscia e poi l'apparente serenità che l'animo del lettore prova durante la lettura, sono proprio le stesse sensazioni che la vera protagonista prova dentro di sé.
I personaggi, quelli reali e quelli presenti nella mente di Elizabeth, sono perfettamente descritti. Il registro cambia continuamente adattandosi alle diverse personalità come un vestito confezionato su misura.
La trama inizialmente è ingarbugliata, ma la testa di Lizzie lo è e la scrittrice ci fa entrare perfettamente nei suoi meandri donandoci delle pause di leggerezza grazie a delle gocce di ironia instillate qua e là.
Il genio della Jackson sta anche nella capacità di ingannarci facendoci leggere una storia così complicata, focalizzando la nostra attenzione sullo svolgimento della trama per poi trovarci, al termine della lettura, con uno spunto di riflessione sulla condizione dolorosa in cui vivono coloro che soffrono dello stesso disturbo di Lizzie.
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