RECENSIONE LA VIA DEL BOSCO
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LA VIA DEL BOSCO * Long Litt Woon * Iperborea edizioni * pagg. 269 |
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Una cosa è certa: conosco il nome di due o tre tipologie di funghi e a stento le so distinguere. Perciò quando li ricevo in regalo li accetto e li consumo solo se conosco la persona che me li dona, come esperto.
Ebbene, dopo la lettura di questo libro mi sono sentita profondamente ignorante, ma in me è aumentata la stima per i cultori della materia, i micologi, e il rispetto per la natura che ce li dona.
Nella micologia Long Litt Woon ha trovato rifugio e luce in un periodo segnato dalla perdita prematura del marito. In questo mondo, così vasto e variopinto, l'autrice ha trovato tantissimi punti di contatto con il mondo in cui è stata suo malgrado, catapultata.
Con il suo scritto ci rende partecipi della evoluzione, della crescita, "da neofita del regno dei funghi, da neovedova nel regno del lutto", a esperta riconoscitrice e persona in grado di guardare il passato sorridendo alla morte.
Due percorsi, come definisce Long Litt Woon, che potrebbero non aver nessun punto in comune, ma la stessa scrittrice ci esplicita i punti di intersezione e lei che vive nei "deserti del lutto" entra nel mondo dei funghi utilizzando una penna di colore diverso.
Se le prime volte, dinanzi a questa differenza cromatica, il sentimento muta da curiosità per il mondo micologico a profondo rispetto per il dolore della perdita subita, andando avanti i colori si confondono e il rispetto provato nel regno del lutto invade quello dei funghi. La scrittura tecnica, specifica, si confonde con quella più emotiva e intima. Disegni delle varie specie incuriosiscono i nostri occhi.
"Man mano che l'universo dei funghi si schiudeva davanti a me, mi rendevo conto che la via del ritorno alla vita era più semplice di quanto credessi: si trattava solo di radunare gioie, gioie sfavillanti e crepitanti. Bastava seguire il sentiero dei funghi fino in fondo, anche se non avevo ancora idea di cosa mi attendesse laggiù. Cos'avrei trovato nel grande ignoto che mi prospettava? Cosa si celava dietro svolte, nebbie e declini?"
Così, la passione per la micologia si rivela ancora di salvezza, ritorno alla vita, nuova percezione del mondo intorno a sé.
"Percepire significa esserci...poco per volta ho smesso di osservare la mia vedovanza dall'esterno e piano piano ho ripreso in mano la vita. Forse è questo il vero nesso tra i miei due viaggi, quello involontario nei labirinti del lutto e quello tutto volontario sui terreni della micologia. "
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