RECENSIONE LUCE DELLA NOTTE

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Luce della notte * Ilaria Tuti * Longanesi editore * pagg. 256 



Chiara ha fatto un sogno. E ha avuto tantissima paura. Canta e conta, si diceva nel sogno, ma il buio non voleva andarsene. Così, Chiara si è affidata alla luce invisibile della notte per muovere i propri passi nel bosco. Ma quello che ha trovato scavando alle radici dell'albero l'ha sconvolta. Perché forse non era davvero un sogno. Forse era una spaventosa realtà. Manca poco a Natale, il giorno in cui Chiara compirà nove anni. Anzi, la notte: perché la bambina non vede la luce del sole da non sa più quanto tempo. Ci vuole un cuore grande per aiutare il suo piccolo cuore a smettere di tremare. È per questo che, a pochi giorni dalla chiusura di un faticosissimo e pericoloso caso e dalla scoperta di qualcosa che dovrà tenere per sé, Teresa Battaglia non esita a mettersi in gioco. Forse perché, no­nostante tutto, in lei batte ancora un cuore bambino. Lo stesso che palpita, suo malgrado, nel giovane ispettore Marini, dato che pur tra mille dubbi e perplessità decide di unirsi al commissario Battaglia in quella che sembra un'indagine folle e insensata. Già, perché come si può anche solo pensare di indagare su un sogno? Però Teresa sa, anzi, sente dentro di sé che quella fragile, spaurita e coraggiosissima bambina ha affondato le mani in qualcosa di vero, di autentico... E di terribile.


🌟


Se non avessi letto gli altri libri della Tuti probabilmente sarebbe filato tutto liscio, ma così non è stato. I precedenti romanzi li ho letti e quest'ultima uscita non ha niente a che fare con i suoi predecessori. Sembra che non l'abbia scritta lei.

Vediamo perché.

Innanzitutto le mie perplessità riguardano la scelta editoriale che porta alla stampa un libro con un font e un layout di impaginazione che mi sa di presa in giro 
(un po' come la tesina fatta a scuola in cui baravamo tra spazi, interlinee e margini , per capirci). 


Passiamo alla storia.

Un inizio che portava con sé tante aspettative completamente disattese e perse nella nebbia che avvolgeva Chiara, la bambina grazie alla quale prende vita la trama. 

Il commissario Battaglia entra in scena subito insieme al suo ispettore Marini e iniziano a condurre un'indagine che in alcuni punti sfiora il ridicolo. 

Nel corso della loro inchiesta poi, compaiono episodi e personaggi assolutamente poco credibili e catapultati nella trama per aggiungere una trentina di pagine.  

Ciò che scopriranno sarà una realtà che andava secondo me dipanata meglio invece di essere solo accennata , considerando che si trattava del nucleo della storia. La mancanza di questo approfondimento ha portato a sminuire un fenomeno che in realtà è tragico, doloroso e drammatico. 

Al termine della lettura mi sono chiesta se avessero dimenticato di pubblicare una parte del romanzo o, peggio, se non fosse stato mai scritto. La discontinuità, che ha fatto da sottofondo a tutta la storia, in prossimità del finale è diventata un baratro rappresentando la parte peggiore: poco studiato, poco organizzato e abbastanza sdolcinato per la figura del commissario che abbiamo imparato a conoscere. 

Il romanzo non è legato a Fiori sopra l'inferno o a Ninfa dormiente e Longanesi non lo ha sicuramente evidenziato, ma anche se lo avessi saputo, il libro mi ha comunque lasciato tanto amaro in bocca.


Spero di rivedere, in un prossimo romanzo, la Tuti di cui ci siamo innamorati. A presto!

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